Presupposti teorici
Il modello della SAPP si ispira, dal punto di vista teorico, alla teoria freudiana classica, in particolare a quella di Ferenczi, con particolare riguardo al concetto di controtransfert per poi aprirsi ai contributi della teoria delle relazioni oggettuali, di Winnicott e di Bion .
Attinge inoltre anche dalle teorizzazioni più recenti della neopsicoanalisi come il concetto di campo equello di interpsichico.
Il suo metodo, P.P.M.(Processo Psicoanalitico Mutativo), modello teorico in continua crescita, creato dalla Dott.ssa A.Mandese e dal Prof. Piero Petrini (pubblicazione del manuale in corso di stampa) parte da alcuni assunti di base: l’esistenza di uno stretto rapporto, di costante influenzamento bidirezionale, tra mondo intrapsichico e mondo relazionale; la bidirezionalita' di questo influenzamento è riscontrabile anche all'interno della relazione psicoterapica tra paziente e psicoterapeuta; l'influenzamento riflette sempre il particolare statuto riconosciuto all'oggetto e l'intero sistema difensivo costruito per evitare il contatto con l'angoscia specifica;qualunque trasformazione del funzionamento psichico di un paziente può avvenire solo in seno alla relazione psicoterapeutica .
La fase preliminaredel P.P.M. è chiamata Investigazione Psicoanalitica Mutativa (IPM) e ha come focus la crisi dell’equilibrio psichico del paziente che lo avrebbe confrontato con la propria angoscia.
Giànel corso del primo colloquio si arriva alla formulazione di un' ipotesi diagnostica di funzionamento psichico e di organizzazione di personalità del paziente che orienterà la costruzione dell' interpretazione iniziatica mutativa .
Quest'ultima, che si dà alla fine del primo colloquio, mira ad avviare il processo di cambiamento.
Tale obiettivo viene realizzato grazie alla genitalizzazione della relazione tra paziente e terapeuta che implica :
1) il passaggio dal piano dell’agire al piano del pensare (avvio della mentalizzazione). Lo psicoterapeuta esce dal gioco agito dal paziente, per ristabilire il suo vecchio equilibrio psichico, dando “senso” al gioco stesso;
2) il disinvestimento dello psicoterapeuta come oggetto fantasmatizzato per divenire questi oggetto reale ;
3) l’avvio del lutto nel paziente nei confronti di un’immagine di sé, delle apparenti gratificazioni reali e delle modalità precedenti di relazione;
4) il vedere il momento di crisi come un momento di grande verità , sempre ignorata.
Nel corso dei 3 colloqui successivi il processo diagnostico / trasformativo prosegue dato che il paziente tenderà sempre a rapportarsi allo psicoterapeuta con modalità tali da far reagire questo nel modo più confacente alla riproduzione del suo vecchio funzionamento psichico. Dunque l’analisi del come si relazione al terapeuta e al setting e delle emozioni che suscita –controtransfert - diventano elementi essenziali per la diagnosi di organizzazione di personalità.
È proprio sugli aspetti fondanti l' organizzazione di personalità del paziente - l' angoscia , i meccanismi di difesa , l'istanza dominante , il conflitto prevalente - che andrà a concentrarsi tutto il lavoro del processo psicoterapeutico così come previsto dal metodo del P.P.M.
Ovviamente si avvierà il processo psicoterapeutico solo se il paziente al termine del quarto colloquio accetterà il progetto terapeutico, che include anche la messa in evidenza del metodo delle libere associazioniinterrotte soltanto dagli interventi dello psicoterapeuta .